Abbiamo parlato molte volte di sport che inseguono gli eSports, con società, organizzazioni ed emittenti televisive intente a investire sempre più tempo e denaro per “digitalizzarsi” e raggiungere nuove fette di pubblico. Ma è vero anche che accade il contrario, ovvero che il mondo del gaming metta piede fuori dall’online per diventare un’abitudine nella “vita fisica” di ognuno di noi. Ne è solo un ultimo esempio il progetto Archmage Vantures di Felix LaHaye (già fondatore di United Esports), che ha l’obiettivo di allestire in Nord America una rete di bar e ristoranti che trasmettono tornei di videogiochi.
Di bar che radunano clienti grazie alla messa in onda di eventi sportivi è pieno il mondo. Perché non dovrebbe essere lo stesso per gli eSports? I fan d’altronde non mancano, e già riempiono stadi ed eSports Bar e si affollano a centinaia di migliaia nelle varie live su Twitch o sulle altre piattaforme di streaming dedicate.
L’idea di LaHaye, poi, si arricchisce di un’ulteriore riflessione, che più o meno tutti almeno una volta abbiamo pensato e condiviso. Racconta il ceo canadese:
«Mentre ero in viaggio per lavoro, alloggiavo in un hotel che nella hall dava spesso spazio a dirette sportive. Mi è capitato di assistere alla telecronaca di un evento che non nominerò, ed è stata una delle esperienze più povere e deprimenti della mia vita. E pensare che in quello stesso momento si stava giocando la Summer of League of Legends… Mi sono detto, “non sarebbe stato meglio trasmettere LOL sugli schermi?”».
“Get together, grab a drink and watch eSports”
Non è chiaro come LaHaye abbia in mente di mettere a disposizione dei locali la messa in onda di match eSportivi. E non è chiaro se punti a convincere chi già trasmette sport a integrare il proprio palinsesto o a coinvolgere nella rete esercizi commerciali ex novo. La pandemia ha poi rallentato tutto, rimandando più in là nel tempo il concretizzarsi del progetto.
Ciò che appare evidente, però, è l’impatto che un’iniziativa del genere possa avere sulla diffusione degli eSports e su molte aree di business collegate. Non solo per gli appassionati di gaming, che avrebbero finalmente dei punti di ritrovo pubblici per riunirsi in occasioni di partite e tornei. Provate a immaginare di andare a prendere un drink da qualche parte e di avere sullo sfondo la World Cup di Fortnite invece della solita partita di golf tappabuchi del mercoledì pomeriggio. Una rivoluzione culturale, che inciderebbe tantissimo anche su abitudini e interessi di molte generazioni.
«Organizzarsi con gli amici per seguire gli eventi in diretta è una cosa, ma andare casualmente da qualche parte e trovare gli eSports trasmessi sullo schermo è un’altra. Sarebbe un valore aggiunto per tutti i fan, e una nuova enorme opportunità di aggregazione sociale».