Perché mai il presidente Xi Jinping dovrebbe aver paura di un gufetto con il papillon e di un’allegra famiglia di orsetti lavatori?
Questi animaletti, apparentemente innocui, sono alcuni dei personaggi di Animal Crossing: New Horizon, il gioco più venduto in tutto il mondo nel bimestre marzo/aprile 2020.
Nel gioco si vestono i panni di un umano rimasto solo su un’isola abitata da adorabili creaturine. Lo scopo è costruire una società fiorente, popolata di negozi, strade e attrazioni di ogni sorta per i residenti. Un simulatore di vita quotidiana che potrebbe presto trasformarsi in eSport, complice un livello di competitività garantito dalle potenzialità del gioco e dalla creatività dei suoi utenti.
Animal Crossing ha conquistato una popolarità incredibile, arrivando a raddoppiare il numero delle vendite della console per cui è stato pensato: Nintendo Switch. È un gioco dai ritmi rilassanti, pacati, pacifici e non stupisce che in un periodo carico d’ansia e preoccupazioni come quello attuale, sia diventato un’oasi di svago per moltissime persone.
Ma sotto un velo di apparente semplicità, permette un orizzonte quasi infinito di possibilità. Basti pensare che il mese scorso una giovane coppia del New Jersey, avendo dovuto annullare il proprio matrimonio, ha deciso di rimediare spostando la location dal mondo reale a quello virtuale del gioco.
Cosa c’entra il governo cinese con tutto questo?
Animal Crossing permette ai suoi giocatori di fare praticamente tutto. Anche di organizzare proteste anti Partito Comunista Cinese. Così ha fatto Joshua Wong, giovane attivista e politico hongkonghese e segretario dell’organizzazione Demosistō, che sostiene l’autodeterminazione di Hong-Kong.
Sulla sua isola personale campeggia una bandiera nera con lo slogan: “Liberate Hong-Kong, revolution of our times”.
This is what we do in #AnimalCrossing… maybe it’s why these people are so anxious to go back to the game!! pic.twitter.com/vVeaGq54lv
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) April 10, 2020
A causa di questo tipo di User Generated Content, il governo cinese, il 10 aprile, ha deciso di bloccare la diffusione del gioco, di far rimuovere le inserzioni di merchandise relative alla serie e di far sparire l’hashtag #AnimalCrossing da Weibo (il Twitter cinese). Ma i problemi per i gamer cinesi non si limitano a un solo caso isolato.
Secondo Taiwan News, il governo cinese sarebbe preoccupato del vuoto di autorità nei giochi multiplayer online. Un vuoto che permetterebbe ai cittadini di socializzare liberamente, diffondendo idee pericolose, senza controllo. Negli ultimi giorni le autorità delle metropoli locali stanno lavorando a delle proposte di legge che permettono di espandere il potere della censura, forzando i giocatori ad utilizzare il proprio nome reale e impedendo ai cinesi di giocare e interagire con persone al di fuori dei confini nazionali. Un muro tra la community cinese di gamer e quelle straniere: The Great Firewall, come lo chiamano su Reddit.
Una nuova Grande Muraglia digitale, stavolta molto meno affascinante.