© 2020 Wasd Magazine

Cosa si dice del gaming in tempi di Coronavirus


Flavio Grasso - 1 Aprile 2020 - 0 comments

In questo periodo, in cui tutto il mondo si è ridotto allo spazio che ci concedono i muri di casa, tenersi occupati diventa sempre più difficile. Se avete esaurito gli show da divorare su Netflix, invece di improvvisarvi panettieri, potreste accendere la console e giocare a Call of Duty WARZONE.

Anzi, non solo “potreste” ma “dovreste”, sia perché il lievito di birra sta sparendo dai supermercati, sia perché a consigliare di impiegare il proprio tempo con i videogiochi è (strano, ma vero) l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dal 28 Marzo Twitter, Reddit e Twitch sono stati invasi dall’hashtag #PlayApartTogether.
Si tratta di un’iniziativa – lanciata da 18 aziende leader del settore – volta ad inserire, all’intero dei titoli più giocati, messaggi che incoraggino il loro enorme network di utenti all’osservanza delle linee guida per il contenimento della pandemia redatte dall’OMS.
Da Unity a Activision Blizzard, passando anche per Kim Kardashian, la campagna sta vedendo la partecipazione dei player più importanti del mercato.

“Le aziende della Games Industry possiedono un’audience globale, (…). Un maggiore distanziamento fisico + altre misure, aiuteranno ad appianare la curva e a salvare vite.”

– Ray Chambers

Così scrive sul suo profilo Twitter Ray Chambers (ambassador for global strategy dell’OMS), ufficializzando il supporto plenario alla campagna e legando indissolubilmente la sigla “WHO” (World Health Organization) alla popolarità dell’hashtag.

Fa sorridere pensare che questo supporto arrivi dalla stessa organizzazione che, solo il maggio scorso, approvava l’inserimento del “gaming disorder” nell’undicesima revisione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-11), riconoscendolo ufficialmente come disturbo comportamentale.

Sebbene ironico, questo radicale e repentino passaggio dalla demonizzazione alla raccomandazione, si spiega alla luce del ruolo fondamentale che il gaming può ricoprire negli scenari surreali che la situazione attuale impone e prospetta.

Il vuoto, lasciato dai limiti o dalle impossibilità delle forme tradizionali di Entertainment, può essere riempito dalle potenzialità di un settore che, per natura, può adattarsi con più flessibilità alle nuove esigenze di questa socialità “al coperto”.

In quest’epoca confinata, il Gaming offre un’offerta sconfinata che, tra esperienza di gioco ed entusiasmanti competizioni professionistiche, può renderci più sopportabile rimanere ancora un po’ distanti e può aiutarci a capire una cultura che sarà sempre più la nostra.

 

 

Related posts